(Version en italien de notre article de ce jour
à l’attention de tous nos amis de Suisse Italienne / Tessin
et de toute notre Italie bien aimée)
Avremmo potuto fare il titolo: Big Pharma al lavoro: il Consiglio federale svizzero si scioglie.
Ma siamo ottimisti e chiediamoci se la Svizzera che conosciamo (molto) bene (e che ci è molto cara) può essere sommersa da Big Pharma o no?
Una breve storia politico-sanitaria
1. Primavera 2020: da una poltrona, e non senza mostrare la piccola discrezione di chi sa di essere (leggermente) migliore degli altri, la Svizzera presenta un lusinghiero bilancio della prima ondata: poche incidenze e un’economia più o meno sicura, nonostante (o grazie a … ?!) una politica di chiusura molto meno stupida di quella della Francia o dell’Italia.
È bastato questo perché il serissimo professore ginevrino Didier Pittet, che aveva ottenuto questo certificato di buona salute, andasse a consigliare il nostro povero governo francese, invischiato nel suo stesso casino, con il pretesto di una missione di valutazione.
2. Autunno 2020 e inverno 2021: cambio di tariffa e pista di ghiaccio obbligatoria: la Svizzera è colpita dalla seconda ondata e cede in preda al panico ai predicatori del confino.
Gli epidemiologi da salotto esultano: nonostante le misure un po’ meno dirigiste dei loro vicini francesi, la Svizzera si rimpinza di un regime di semiconfinamento altrettanto stupido.
Big Pharma ha ristabilito la situazione: questa volta il Consiglio federale ha avuto davvero paura: Bingo!
Soprattutto, Big Pharma ha assimilato il modo di lavorare svizzero: non c’è bisogno di coinvolgere eccessivamente i medici sul campo, che sono strutturalmente troppo lontani dalla decisione politica federale. D’altra parte, i direttori cantonali della sanità e la loro “Conferenza svizzera dei direttori della sanità” sono un obiettivo ideale, che riunisce prima di tutto i politici: è così che si accentra localmente e poi si spinge in alto lo spauracchio giusto, quello che, come in Francia, suona con pugno di ferro il falso tocsin delle cifre catastrofiche, e con l’altro l’indecente campana a morto della non-cura.
3. Estate 2021: come altrove, il fatto nuovo è il “vaccino” RNA che si cerca di imporre con ogni mezzo.
Le menti (politiche) sono mature e formattate: a forza di sostenere per 18 mesi che non esiste nessuna cura, a forza di far tremare i politici come foglie davanti alla minaccia di una distruzione perpetua dell’economia (e quindi della società), Big Pharma è riuscita ad ancorare nella testa dei decisori che il vaccino RNA è la sola e unica soluzione, e che quindi deve essere imposto, direttamente o con la forza.
Ovviamente, il certificato sanitario, concepito come un autentico confino individuale, è lo strumento ideale per questo: vuoi vivere, fatti iniettare! Se rifiuti le nostre siringhe, non vivrai più.
Purtroppo, la debolezza concettuale dei nostri dirigenti (non solo la Svizzera, ovviamente) li rende eccessivamente permeabili a questo ricatto, e tanto più che ora possono scaricarsi a cuor leggero sui riluttanti: il colpevole non è più lo Stato che rinchiude ma il cittadino che rifiuta la libertà condizionata!
Per la comunicazione, basta ripetere le frasi vuote concordate, fornite dai produttori, così ben farcite che anche un uomo della rettitudine e della serietà del consigliere federale Alain Berset riesce a ripeterle senza ridere:
“Non mi piace il certificato sanitario“, ha concordato, dicendo che sperava di non doverlo imporre. Tuttavia, ha detto che con l’arrivo della variante Delta, “non c’è alternativa” per “garantire che non ci sia un sovraccarico del sistema ospedaliero”.
Per quanto riguarda l’utilità reale di questa generalizzazione dell’obbligo di certificato, Alain Berset nota che è una misura “meno efficace delle chiusure, ma è una restrizione molto meno grave della libertà“. Di fronte al tasso di vaccinazione relativamente basso della popolazione svizzera rispetto ai suoi vicini, rifiuta di parlare di “fallimento”, ma evoca “una delusione“, mentre incoraggia coloro che stavano ancora aspettando di essere vaccinati: “è il momento giusto”. “Dobbiamo fare un salto adesso se vogliamo evitare un inverno difficile.
Il vaccino e solo il vaccino? Oh sì! Stai parlando di un coltellino svizzero!
Tanto più ridicolo che né il vaccino (né il pass) ha il minimo effetto sulla circolazione del virus!
Ma le autorità dei nostri paesi non vogliono nemmeno pensarci: Big Phrama ha formalmente vietato loro di trattare: il vaccino è o-bli-ga-torio!
I nostri leader hanno quindi intrapreso un percorso pericoloso: iniettare forzatamente la loro popolazione per non scontentare un consorzio di multinazionali schiaccianti.
Tuttavia, i nostri dirigenti non vedono molto lontano, perché in verità, gli unici due esiti di queste ingiunzioni suicide sono più che chiaramente preclusi ed entrambi terribilmente violenti: la dittatura sanitaria integrale (quindi la dittatura e poi la rivoluzione) o la rivolta popolare contro l’oppressione (quindi anche la rivoluzione).
Entrambi sono distruttivi per le società e le economie, che è precisamente ciò che i nostri leader, giurando fedeltà a Big Pharma, immaginano ingenuamente di poter evitare.
Peggio: una volta che questa opzione del vaccino tutto RNA è stata messa in moto, non c’è nessun percorso intermedio: in particolare, l’idea sciocca (ribadita con compiacenza da un mucchio di stupidi media) che si potrebbe “vivere con il virus” al costo (esorbitante) di infinite iniezioni sperimentali è la schizofrenia voluta dall’oppressore: mai curare, sempre iniettare.
Grazie per il regalo: a cosa serve una forca consensuale e dorata se viene usata per impiccarci?
4. C’è però una piccola speranza, ed è qui che la Svizzera, gli svizzeri stessi, possono ribaltare la situazione.
Il basso tasso di vaccinazione in Svizzera può essere attribuito (non a una reticenza di principio come il signor Berset finge di credere) ma all’intelligenza collettiva di una popolazione che, grazie a strutture molto democratiche, non è stata (ancora) spinta al limite e continua a riflettere.
Che la popolazione si rifiuti di essere vaccinata forzatamente,
Che la popolazione si rifiuti di cedere al ricatto di Big Pharma,
Che gli svizzeri costringano i loro dirigenti a tornare indietro e ad ammettere ai laboratori che no, il passo non si farà assolutamente!
Gli eredi di Guglielmo Tell avranno respinto il giogo di questi moderni Asburgo al di là delle montagne!
Coraggio Amici della Svizzera: la vostra democrazia, la vostra capacità di riflessione serena rimane intatta.
Ci uniremo a voi, galvanizzati dal vostro esempio!